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Personaggi

GIUSEPPE ZAFARANA

«Bergamo ideale per i nostri allievi»

novembre 2014

Il nostro mensile ha incontrato il Generale di Divisione Giuseppe Zafarana, 51 anni, Comandante dell’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo. Nato a Piacenza il  2 maggio del 1963, Zafarana ha iniziato la carriera militare nel 1981 frequentando l’Accademia della Guardia di Finanza. Ha ricoperto numerosi incarichi operativi e di staff in Veneto, Calabria, Sicilia e Lazio. Dal 4 febbraio 2013 è il nuovo Comandante dell’Accademia.

Generale Zafarana, il 17 ottobre scorso si è tenuta l’inaugurazione dell’anno accademico. Quali indicazioni particolari sono emerse?
Quest’anno, l’inaugurazione dell’Anno Accademico ha avuto un significato particolare, in quanto ha “aperto”, per il primo anno di corso, un nuovo ciclo quinquennale di studi che porterà al conseguimento della laurea magistrale in giurisprudenza. Il passaggio dalla laurea in “Scienze della sicurezza economico-finanziaria” a Giurisprudenza ha permesso d’architettare, grazie al determinante e fattivo contributo delle nostre Università “convenzionate” di Bergamo, Milano “Bicocca” e Roma “Tor-Vergata”, un piano di studi calibrato sugli attuali compiti del Corpo, che vede una Guardia di Finanza non più soltanto quale “Polizia Tributaria” ma, in senso più ampio, quale Polizia a competenza generale “in materia” economico-finanziaria, a salvaguardia cioè, degli interessi dello Stato sia sul versante delle “entrate”, che su quello delle “uscite” di bilancio.

Cosa l’ha colpita della relazione di Cantone?
Abbiamo invitato il Presidente Cantone per la sua storia personale e professionale.
Egli rappresenta, oggi, la sintesi di quei valori che debbono ispirare, sempre, l’operato della Pubblica Amministrazione e che caratterizza la formazione dei giovani Ufficiali dell’Accademia. Le considerazioni e le riflessioni espresse dal Dr. Cantone si riconducono a quel “sistema di valori” imperniato, innanzitutto, sul “rigore morale”, cioè sulla lealtà, sulla trasparenza, sull’onestà morale e intellettuale, sul “senso del dovere”, sullo “spirito di sacrificio” e sul “culto dell’esempio”, che sta alla base del modello formativo dell’Accademia. E’ stato un bel momento formativo per i nostri Allievi.

Come vive la città la vostra presenza?
Esattamente trent’anni fa l’Accademia della Guardia di Finanza si trasferiva qui a Bergamo. In questo arco temporale il rapporto tra l’Istituto e la città si è sviluppato in modo straordinario: oggi sono numerose le occasioni, gli eventi, le opportunità che testimoniano questa integrazione, sia in campo sociale che culturale. Penso alle numerose iniziative di solidarietà che vengono realizzate nel corso dell’anno con il contributo di Enti e Istituzioni locali quali, per esempio, il “Concerto di primavera” o, sul fronte culturale, il concorso artistico con l’Accademia Carrara “l’Arte per l’Accademia, l’Accademia per l’Arte”, il concorso letterario “Scuola Accademia” rivolto agli studenti delle Scuole Superiori di Bergamo e provincia e, ancora, il concorso “UniversitAccademia” organizzato di concerto con l’Università di Bergamo per premiare le migliori tesi di laurea triennale.

Perché Bergamo è la sede più adatta per la formazione di un giovane?
Bergamo, innanzitutto, è una bellissima città a “misura d’uomo” e si caratterizza per l’efficienza dei suoi servizi, tra cui un’Università di assoluto livello qualitativo sul piano nazionale: il contesto bergamasco, poi,  risponde pienamente alle nostre esigenze formative essendo caratterizzato da quegli ideali e da quei valori etici che l’Accademia trasmette ai suoi futuri Ufficiali. Il nostro Allievo nella “libera uscita” ritrova, infatti, ciò che gli viene insegnato nell’Istituto ovvero la serietà e l’impegno nel lavoro, lo “spirito di sacrificio”, il “senso del dovere” e il “rispetto delle regole”.

Avete intensificato il legame con l’Università di Bergamo: come evolverà questo rapporto?
Con l’Università di Bergamo esiste una perfetta sintonia e sinergia. Da un punto di vista prettamente pratico ciò garantisce il mantenimento degli attuali elevati standard di insegnamento, la definizione di rinnovate metodologie di monitoraggio della qualità dello studio degli Allievi, nonché, il costante aggiornamento dei programmi didattici, in ragione dei continui mutamenti del sistema giuridico del Paese, del suo contesto economico e finanziario e delle proiezioni operative della Guardia di Finanza. Da un punto di vista propriamente scientifico e culturale esiste, già da tempo, una stretta sinergia che si concretizza, durante l’anno, con incontri di studio e conferenze in materie tecnico-professionali di interesse sia per gli studenti universitari che per i nostri Allievi; a queste attività si affiancano, poi, momenti di incontro anche di carattere sportivo fra i nostri cadetti e gli studenti stessi.

Quante sono attualmente le domande di iscrizione all’Accademia?
Per il concorso di quest’anno abbiamo avuto circa 12.500 domande di cui 3.500 da parte di ragazze. Tenga conto che, attualmente, il 20 % dei nostri cadetti è composto da Allieve provenienti da ogni parte d’Italia. Il concorso è molto complesso, ed è articolato da una serie di prove tutte selettive: si inizia con la prova preliminare di cultura generale, a cui seguono una prova scritta, un accertamento dell’idoneità psico-fisica, una prova atletica e un esame orale finale su tre distinte materie. La conoscenza di lingue straniere e di competenze informatiche attribuiscono un punteggio aggiuntivo.

Capitolo internazionalizzazione: oggi le organizzazioni criminali si muovono sempre di più a livello internazionale, come declinate queste nuove sfide nella preparazione dei vostri allievi?
Dallo scorso anno accademico abbiamo avviato in Accademia una serie di azioni finalizzate proprio a promuovere una più spinta internazionalizzazione degli studi: è, questa, un’esigenza legata ad una sempre più accentuata transnazionalità dell’attività operativa della Guardia di Finanza. La cooperazione internazionale con Agenzie e Forze di polizia straniere è sempre più frequente ed è per questo motivo che nell’elaborazione del nuovo ordinamento degli studi di Giurisprudenza, si è tenuto conto di questi rinnovati fabbisogni formativi attraverso la valorizzazione dell’insegnamento della lingua straniera e con la previsione di impartire una o più discipline tecnico-professionali direttamente in lingua inglese: già oggi, infatti, alcuni nostri cadetti discutono la tesi di laurea in lingua straniera. Sull’”internazionalizzazione degli studi“ abbiamo il pieno supporto dell’Università di Bergamo, essendo un Ateneo che si muove, anch’esso, efficientemente, in questa direzione.

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