Motori
Jeep Renegade, fuoristrada senza limiti
Bergamo. Abbiamo provato in esclusiva per i nostri lettori la nuova Jeep Renegade, portandola da Bergamo a Vilminore in un pomeriggio di normale traffico infrasettimanale, grazie alla concessionaria Autotorino che gentilmente ci ha lasciato sperimentare questa vettura tra le curve ed i tornanti della Val di Scalve. Il giorno scelto per la prova è stato mercoledì 3 dicembre. Ebbene, appena entrati abbiamo immediatamente notato la comodità dei sedili anteriori e del divano posteriore. La vettura è omologata per cinque passeggeri e si può affermare che c’è spazio per tutti. L’abitacolo, infatti, è spazioso ed accogliente, molto ben strutturato. Dispone, inoltre, di vani portaoggetti di varia tipologia e ben disposti per ogni esigenza.
Al voltante, il nostro Francesco ha potuto subito notare l’alta comodità della posizione di guida, l’elevata maneggevolezza dello sterzo e l’intuitiva disposizione dei comandi delle principali funzionalità della vettura. Da segnalare, poi, la finezza di una plancia realizzata con plastiche morbide. Avviato il motore, su strada, l’auto si è mostrata sicura e la tenuta di strada in curva è risultata molto soddisfacente. È, però, sulle strade più dissestate della Val di Scalve e tra i tornanti del Passo della Presolana che l’auto ha dato il meglio di sé. Le sospensioni, infatti, hanno reso il viaggio piacevole come se stessimo percorrendo un’autostrada di pianura. Non a caso, l’escursione delle sospensioni è intorno ai 20 centimetri mentre l’altezza da terra varia, a seconda del modello, dai 17,5 cm delle versioni a trazione anteriore ai 21 cm della più aggressiva Trailhawk.
Passando ai motori, questa Jeep è disponibile, per i mercati europei, nella versione benzina con motore 1.4 MultiAir turbo da centoquaranta cavalli di potenza massima e nelle versioni diesel. In particolare, il parco di unità diesel è composto dall’1.6 litri Multijet da centoventi cavalli e dal meglio di gamma rappresentato dal turbodiesel 2.0 litri Multijet da centoquaranta e centosettanta cavalli. Due sono le tipologie di cambio disponibili: manuale ed automatico. Due le trazioni, entrambe rigorosamente integrali come il carattere Jeep impone: l’Active Drive che può mandare fino al 100% della coppia a qualsiasi asse quando necessario; l’Active Drive Low, di serie sulla Trailhawk, che include una prima marcia più corta e la gestione elettronica della trazione tramite il Selec-Terrain o selettore di strada, sistema sviluppato proprio da Jeep per regolare automaticamente la trazione in modo da strutturarla per qualsiasi tipo di terreno. Questo tipo di selettore di guida consente di impostare fino a quattro tipi di terreno oltre la modalità Automatico: Sand/Mud (Sabbia/Fango); Sport; Snow (Neve); Rock (Rocce). Sempre in tema di dotazioni, sono di serie: il climatizzatore bi-zona; i sensori di parcheggio posteriori; le finiture arancio per alcuni particolari degli interni; le barre sul tetto; i sedili in pelle nera con cuciture arancio; il sistema multimediale con schermo da sei-virgola-cinque pollici; il video da sette pollici per la strumentazione; il cruise control; i sensori per la pressione dei pneumatici; il sistema Keyless e gli specchietti elettrici riscaldabili.
Arrivati a Vilminore, abbiamo osato, portando la vettura fino a Pianezza, ultimo limite accessibile in auto prima delle strette mulattiere di montagna, e l’auto ha risposto bene alle sollecitazioni, interpretando le salite come solo un carattere Jeep può fare ovvero in assoluta tranquillità e fluidità di guida. Sulla via del ritorno, abbiamo potuto apprezzare appieno la sicurezza di questa Jeep. Nel pomeriggio, infatti, la nebbia è salita fitta, avvolgendo le cime dei monti della Val di Scalve e riducendo conseguentemente la visibilità a pochi metri. In aggiunta, essendo inverno, siamo scesi col buio. Da notare, inoltre, che le strade del Passo della Presolana fino alla Val Seriana non sono illuminate. Insomma, questa combinazione di nebbia, buio e strade non illuminate avrebbe potuto far desistere qualsiasi auto. Noi, invece, abbiamo potuto guidare in tutta tranquillità anche in queste condizioni avverse grazie alle dotazioni di sicurezza ed ai potenti fari di cui questo fuoristrada è dotato.
In conclusione, nel complesso, questo fuoristrada compatto c’è parso maneggevole ed agile alla guida, accogliente all’interno ma, soprattutto, il suo carattere aggressivo risulta immutato. Può affermarsi, dunque, che la Renegade è un degno erede, in versione compatta, di quelle mitiche Jeep dell’esercito americano che attraversarono l’Italia durante la seconda guerra mondiale, guadando fiumi e torrenti, valicando passi montani e superando ostacoli d’ogni tipo ed in ogni condizione climatica.