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Motori

LA PROVA

JAGUAR E-PACE: esaltazione estetica, agilità e guida sportiva

febbraio 2018

Jaguar E-Pace, il primo Suv compatto del Giaguaro, fa il suo debutto on the road. Abbiamo provato la nuova vettura della casa automobilistica britannica, messa gentilmente a disposizione per l’occasione dalla concessionaria Iperauto Bergamo, nella cornice post-industriale del Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè.
Jaguar E-Pace mostra un passo lungo, in relazione alla lunghezza, e sbalzi ridotti che conferiscono alla vettura una dinamicità senza eguali, sottolineata dai grandi parafanghi posteriori che sembrano coprire a stento i pneumatici.
Insomma, una linea più da coupé che non da SUV. E che a influenzare Ian Callum, direttore del design Jaguar, sia stata la F-type lo si capisce subito aprendo la porta e accomodandosi al volante. Scomparsa la classica rotella per il cambio, al suo posto ecco il piccolo joystick della coupé e il tunnel alto con il grande maniglione che separa nettamente i posti (e i ruoli) di chi sta seduto davanti.
Ben visibile dietro al volante (piccolo e verticale), un unico schermo Tft da 12,3 pollici completamente riconfigurabile, che informa il guidatore di tutto quanto è necessario.
Di norma riproduce il tachimetro e il contagiri che, quando si seleziona il setup Dynamic, si colora di rosso (con l’indicatore della marcia ben visibile al centro), ma che può riportare addirittura a schermo pieno la mappa del navigatore: in questo caso le informazioni sul funzionamento della vettura finiscono in una barra alla base della strumentazione.
Al centro della plancia un altro schermo - touch da 10 pollici - consente di gestire il sistema multimediale e le principali funzioni di bordo. Sul tunnel, di fianco al joystick del cambio, il selettore che permette di scegliere il setup della vettura (Ice/Snow/Rain, Eco, Confort e Dynamic).
La posizione di guida è decisamente sportiva, con le gambe semidistese e il sedile che fascia e sorregge egregiamente. Le motorizzazioni disponibili sono: 2.0 Diesel da 150CV,180 o 240CV; un 2.0 Benzina da 249 o 300CV. A questo punto non resta che avviare l’auto e incominciare a muoversi. Il quattro cilindri, risponde magnificamente. È potente, ha coppia e spinge forte senza ritardi apprezzabili del sistema di sovralimentazione. Tira in basso e allunga in alto con una bella cattiveria fino ai 6.500 giri/min.
Con 300 cavalli e, soprattutto, ben 400 Nm di coppia, ce n’è in abbondanza per muovere più che bene la E-Pace: al resto pensano l’automatico a nove marce e la trazione integrale, che s’incarica non solo di distribuire la coppia tra i due assali a seconda di quanta aderenza c’e sotto le ruote, ma anche di suddividerla in modo intelligente tra quelle dietro, in modo da favorire la motricità e l’uscita dalle curve. Due frizioni a controllo elettronico solidali con i semiassi suddividono infatti i Newtonmetro secondo quello che si definisce un vero e proprio torque vectoring attivo.
Durante il nostro test drive la E-Pace ha dunque dimostrato di sapersi muovere bene anche nel fuoristrada leggero: attivando l’Aspc (All surface progress control) e regolata la velocità a cui si vuole avanzare (il sistema è programmabile tra i 3,6 e i 30 km/h), l’auto si muove praticamente da sola, guidata dell’elettronica che, oltre a regolare tutti i sistemi di bordo (trazione integrale, traction control, Esp ecc.,  in modo da sfruttare al massimo l’aderenza disponibile), modula anche l’acceleratore e i freni. Alessandro Belotti


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