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Economia

LA VISITA

SERGIO MATTARELLA a Bergamo

novembre 2019

Le epoche si sono succedute e le civiltà sono spesso state definite per un metallo, una tecnologia, come quella del bronzo e del ferro. Potremmo dire che oggi siamo al silicio. Sullo sfondo però abbiamo il dovere di perseguire un’età dell’oro che vorremmo contraddistinta dalla pace, dalla giustizia, dallo sviluppo, dal rispetto della dignità delle persone e dei popoli». Un assoluto e rispettoso silenzio accoglie le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che visita Bergamo per la seconda volta nel suo ruolo di Capo dello Stato per parlare ai tanti giovani, che giovedì 24 ottobre hanno partecipato all’evento organizzato congiuntamente da “Molte Fedi sotto lo stesso cielo” e “Bergamo Scienza”.Dopo una visita al Kilometro Rosso dove ha incontrato il mondo della ricerca e dell’impresa, il Presidente Mattarella si è infatti recato al Seminario Vescovile di Città Alta e su di un palco adornato con libri e piante, in un «abbinamento straordinario tra cultura e natura», ha spiegato agli studenti come la scienza, fortemente intrisa di umanità, debba guidare le scelte e riuscire a non esaurirsi nella mera affermazione della téchne; solo così scienza e sapienza tecnica possono proiettare verso traguardi più alti. È a una scienza intrisa di humanitas quella a cui si deve guardare per favorire lo scambio tra le discipline e le culture, abbattere le barriere e aprire nuovi orizzonti; d’altra parte alcune delle menti più straordinarie hanno riunito in sé scienza e umanesimo. La suprema carica dello Stato cita così Leonardo da Vinci, Giacomo Leopardi e Galileo Galilei (la cui lettera originale è stata donata dal Rettore Remo Morzenti Pellegrini al Presidente Mattarella proprio nella giornata di giovedì 24), tutti uomini vissuti in epoche diverse ed espressione della cultura del loro tempo, ma che hanno rivelato una straordinaria capacità di visione e apertura al progresso. Ai tantissimi giovani riuniti tra le antiche mura del seminario, il Capo dello Stato ha anche ricordato come la scienza e la ricerca, correttamente perseguite, siano «intrinsecamente portatrici di democrazia», perché vivono della condivisione dei saperi, dello scambio che non ammette separazioni e supera ogni confine. Ciascuna scoperta e conquista deve quindi essere finalizzata ad accrescere il patrimonio collettivo, come espressione più autentica di una scienza che «non privilegi un approccio frammentario, ma sia in grado di tenere uniti tutti gli elementi che costituiscono la nostra condizione umana».


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