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Economia

L'EDITORIALE

CHE STRANO NATALE!

dicembre 2020

“Giuseppe Conte abolisce il Natale per decreto”. Così han titolato i giornali all’indomani delle parole del premier sulle festività ormai alle porte.
Certamente nessuno di noi avrebbe mai pensato di sentirsi rammentare il significato del Natale dal capo dell’Esecutivo che però, nulla di diverso ha detto, rispetto a quanto ricordato negli anni scorsi da Papa Francesco, e da molti che lo han preceduto «Sia un Natale sobrio, non un’occasione di consumismo sfrenato».
«Veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili dice». E aggiunge «Occorre buonsenso». E forse a quello ci appelliamo anche noi.
Perché in fondo lo sappiamo che il Natale, nella sua migliore veste, non è lo scambio di doni e pacchetti, una tavola imbandita con leccornie da ogni latitudine che potrebbero sfamare l’intero isolato, o l’occasione dell’anno per far festa con chi vive e viene da lontano.
Natale è quel periodo dell’anno - e non solo la sacra giornata del 25 dicembre - in cui siamo invitati a esser più buoni. Più comprensivi. Più generosi.
Tutti atteggiamenti che nel 2020 ci portano ad aver maggior cura e attenzione al prossimo. Ancor meglio, la contingenza vuole che ci sia attenzione alla salute di chi ci è accanto. Non solo dei familiari più stretti, ma cura degli amici, dei colleghi di lavoro, dei compagni di giochi e di studi, del vicino di casa. Ci viene chiesto di aver rispetto del sacrificio che da mesi ci accomuna. Tutti.
Di più, ci viene data l’opportunità di goderci un Natale intimo, fatto di persone e sapori essenziali.
L’auspicato buonsenso però, non è unidirezionale. È anche quello che ricerchiamo nei nostri governanti.
E lo spirito del Natale, nella sua versione laica come in quella delle grandi religioni monoteiste, come la nostra, non è vivere di luci, di attesa carità, di speranza?
Permettere all’Italia di respirare lo spirito del Natale, è in parte un dovere di chi amministra.
Permetta quindi alla nostra economia di tenere accesa la luce. Ci sono infatti particolari attività economiche il cui business ruota tutto attorno a questa festività.
Per lo più piccole botteghe, “negozietti”. Luoghi che dalla notte dei tempi non sono di certo luoghi di assembramento. Sono piuttosto luoghi di creazione e meraviglia. E non abbiamo forse bisogno di un po’ di stupore?
Con il desiderio che questo strano Natale sappia regalare momenti di stupore a tutti voi. E che Gesù bambino non ci porti regali quest’anno, ma che si porti via l’incoronato virus e che i Re Magi lascino in dono, democrazia, lavoro e buonsenso. Cari Lettori di Bergamo Economia, Vi faccio i miei migliori auguri. Paolo Agnelli


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