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Territorio

BERGAMO SVELATA

Cannoniera del baluardo San Giovanni

dicembre 2021

Nuova puntata della rubrica “Bergamo Svelata”, che accompagna i nostri lettori nella riscoperta degli angoli più affascinanti della nostra città. Al centro della nuova puntata è la Cannoniera di S. Giovanni, preziosa testimonianza della vita e della tecnica militare a Bergamo all’epoca della dominazione veneziana, la cui costruzione risale al 1550. La Cannoniera è accessibile mediante una scalinata metallica che s’innalza in corrispondenza dell’antica piazza di manovra: anticamente non esisteva alcuna scala, ma gli artiglieri venivano calati dall’alto, così come tutti i vettovagliamenti. Si compone di due ampie sale voltate, la prima delle quali è collegata alla sortita al piano. Nel 2007, per riportarla alla luce fu necessario rimuovere circa 1.800 metri cubi di terreno. Dal 2009 questo spazio, perfettamente recuperato e dotato di supporti storico-informativi, è stato aperto al pubblico grazie all’ausilio di una delle aziende edili più importanti della Bergamasca, che decise di donare alla città il restauro dello spazio. La Cannoniera di San Giovanni è composta da due sale piuttosto ampie e a farci da guida all’interno di questo luogo mozzafiato è stato Giacomo Nicolini, fondatore e legale rappresentante dell’Associazione Orobicambiente Onlus (nata nel 2007) che, con la sua enorme passione per Bergamo, ci ha condotti alla scoperta di uno degli angoli più nascosti e affascinanti di Città Alta. L’associazione guidata da Nicolini, impegnata durante l’intervista nelle operazioni di pulizia con tecnica manuale di un tratto delle Mura Venete, può contare inoltre sul contributo determinante del vicepresidente Diego Marsetti, che con il suo gruppo societario si occupa a titolo di volontariato di tutta la parte inerente al “motore” della stessa associazione, mettendo a punto tutte le relazioni, le perizie e curando gli aspetti tecnici legato ad un’attività tanto importante quanto delicata. Non meno importante è il contributo del Dott. Stefano Lorenzi, che segue il bilancio della Onlus e cura tutta la parte amministrativa di una macchina da lavoro composta da oltre 50 persone. Basti pensare che per ripulire completamente dagli arbusti e dalle piante i 6 chilometri (con una superficie di ben 380mila metri quadrati) che compongono le Mura Venete, patrimonio dell’Unesco, occorrono ben 10.000 ore di lavoro all’anno, svolte con dedizione e perizia dai volontari di Orobicambiente. Addentrandosi nella Cannoniera e lasciandosi guidare dalle parole di Nicolini diviene immediato immaginare la confusione, il fragore dei cannoni, i comandi gridati ad alta voce, l’odore della polvere nera e del salnitro che accompagnavano le operazioni e le manovre all’interno della Cannoniera. Ad onor del vero le due bocche da fuoco non furono mai utilizzate, in quanto la fortezza non subì alcun assedio, ma evocare l’atmosfera (anche solo quella relativa alle fasi di esercitazione) non è un semplice esercizio intellettuale, bensì consente di respirare la storia che trasuda da queste pareti. E il percorso turistico legato alla riscoperta della Cannoniera San Giovanni potrebbe presto arricchirsi con il ripristino del passaggio tra il baluardo e via Tre Armi: lo sviluppo futuro prevede che dall’orto sottostante si possa entrare nella sortita, il cui accesso si trova al riparo dell’orecchione, ossia la struttura rientrata del baluardo. Un nuovo percorso dedicato ai turisti ma anche ai cittadini bergamaschi, in grado di ampliare l’offerta turistica della nostra città e di contribuire alla valorizzazione di una delle bellezze finora poco conosciute di Città Alta. Alessandro Belotti


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