Personaggi
#iorestoacasa!
Carissimi Amici Bergamaschi, ho pensato di scrivervi in modo molto confidenziale, come se mi ponessi di fronte ad ognuno di voi e colloquiassi nel modo più affettuoso possibile. Credo che instaurare un discorso che vi faccia sentire accolti sia la formula migliore per raggiungervi tutti, soprattutto in questo momento. Stiamo affrontando il coronavirus. Certo abbiamo tutti paura dell’ignoto, del nemico invisibile e molto potente, che ci sta falcidiando le vite, ci toglie gli affetti, ci rende tristi e ci infiacchisce giorno dopo giorno e che non risparmia nessuno. Le notizie vengono continuamente trasmesse creando un’atmosfera di terrore che non è più paura, ma panico, psicosi, che lede il sistema nervoso, abbassa le difese immunitarie. Questo è un fenomeno nuovo, sconosciuto, sappiamo soltanto che è molto contagioso e può far morire.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ci informa che su 100 persone che si ammalano, 80 riescono a guarire spontaneamente. Di quelle 100 persone, 15 possono risolvere il problema gestendolo in ambiente sanitario. E solo 5 possono avere problemi più gravi, che nella metà dei casi si risolvono. Quindi su 100 persone solo 2,5 muoiono. Non dobbiamo trasformare l’ansia che si prova nell’apprendere una notizia di contagio o di morte, in panico che può divenire molto facilmente panico collettivo. Coloro che sono in preda all’ansia vogliono poter far qualcosa per attenuare l’ansia, ma questo genera stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi. Il vero contagio diventa quello del panico collettivo che non ci fa più essere razionali e capaci di agire con giudizio critico e risolutore. che ci dà una visione falsata della realtà. Non è semplice reagire alle emozioni che vogliono prendere il sopravvento, perché avremmo una visione falsata della realtà. L’unica soluzione plausibile è soltanto quella di basarsi su dati oggettivi, che permettono di riportare un equilibrio più o meno stabile tra quell’emozione forte provata e l’effettivo rischio che si corre. Usiamo con pienezza le nostre facoltà cognitive e conseguentemente comportamentali. Se proprio non possiamo fare a meno di informarci allora facciamolo con cautela e servendoci di fonti attendibili, ufficiali, aggiornate e professionalmente documentabili come: Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus e Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/. Raccogliamo solo le informazioni di base e gli aggiornamenti ufficiali, saranno più che sufficienti. Questo ci proteggerà dagli allarmi ansiogeni. E soprattutto proteggiamo i nostri bambini. Teniamo a mente quanto il lavoro di chi ci difende ogni giorno sia importante ed impegnativo. E se possiamo cerchiamo di aiutare gli altri, ci farà sentire forti e meno paurosi, rassicuriamo chi soffre secondo scienza e razionalità. Offriamo il nostro contributo in modo informato e responsabile, questo aumenterà la capacità di protezione della collettività. Ci renderà consapevoli e sicuri. E se siamo lontani, telefoniamoci, facciamo videochiamate, sorridiamoci, mandiamoci baci. Creiamo qualcosa con le nostre mani e mostriamolo agli altri per invogliarli a fare. Daremo più valore alle cose che hanno veramente valore. È una gran fortuna essere Italiani. Una popolazione come la nostra non si abbatte, abbiamo passato molti momenti bui e li abbiamo superati, tutti. Passerà anche questo. Aiutiamoci a lottare contro questo microrganismo acellulare, che per sopravvivere deve necessariamente essere parassita della vita di altri organismi viventi. Rendiamogli difficile l’esistenza. Stiamo a casa. Silvana Bonanni