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Red Tech, «I droni non sono per tutti»

giugno 2021

Uno staff dinamico, all’avanguardia e principalmente al femminile. Una solida base aziendale da cui ripartire, e la possibilità di “volare alto” (letteralmente, in questo caso) per avere una visione prospettica di un settore innovativo e sicuramente destinato ad espandersi a dismisura, quello dei droni (UAS, Unmanned Aircraft System) per usi civili e professionali. Ecco la formula di Red Tech, una realtà insolita nel panorama dell’industria bergamasca, ma che certamente incuriosisce per le diverse applicazioni che questi strumenti possono avere. Ma attenzione, i droni non sono per tutti.
La dottoressa Liliana Leoni, insieme alla collaboratrice Marisa Franzoni e la partnership dell’architetto Stefania Marsetti di Arcoambiente, ripercorre tappe e obiettivi della storia recente dell’azienda. Red Tech nasce nella città di Firenze in stretta collaborazione con la Croce Rossa con un obiettivo di grande valore: fornire formazione e supporto agli operatori volontari in situazioni di emergenza umanitaria. Successivamente ha continuato ad operare principalmente nel campo della formazione di piloti di droni per soggetti privati e pubblici. Nel 2020 entra in scena Diego Marsetti, amministratore di Ecogeo, società fondata dall’ingegnere Renato Marsetti, che acquista la società Red Tech rilanciando la sua vocazione al servizio della comunità.

Come ha avuto inizio il rapporto con Ecogeo? Se non sbaglio vi siete trovati a entrare in contatto con il territorio bergamasco nel momento più difficile, quello dell’esplosione della pandemia di Covid19. Avete avuto occasione di mettere in mostra le potenzialità dei vostri droni già in questa occasione, magari in supporto alle forze dell’ordine?
Il nostro rapporto è iniziato nel 2020, in piena pandemia, ossia in un momento drammatico soprattutto per il nostro territorio, e proprio per questo i nostri droni sono stati da subito operativi nell’assistere la Protezione Civile e le forze dell’ordine locali e nazionali nel monitoraggio del territorio e degli assembramenti. In quest’ultimo anno, abbiamo formato più di 100 allievi, effettuato attività di service nel campo ambientale con rilievi aerofotogrammetrici, fornito droni specifici a enti pubblici e privati, svolto monitoraggio faunistico con droni dotati di termocamera, controllo del territorio e valutazioni/perizie in agricoltura.

Quali applicazioni hanno i droni?
Sempre più grandi realtà si stanno interessando ai droni, e le applicazioni sono veramente infinite: dall’agricoltura di precisione, al trasporto merci, al monitoraggio di frane, smottamenti, cave, cantieri alla collaborazione con le forze dell’ordine per il controllo del territorio, alla termorilevazione sugli edifici (anche per il Super Bonus 110%), all’aerofotogrammetria, alla ricerca e soccorso, alle indagini ambientali, alle perizie, al controllo dei rifiuti, alla sicurezza stradale in situazioni di emergenza e alla sicurezza negli ambienti di lavoro. I droni sono sempre più maneggevoli e tecnologici, ma attenzione: non sono giocattoli. Non tutti sanno che occorrono, competenze e autorizzazioni specifiche per pilotarli, nonostante ad oggi i controlli siano ancora relativamente pochi. Pensiamo non solo ai problemi di sicurezza e incolumità ma anche alle controversie che potrebbero insorgere in materia di privacy. La nostra scuola, con i suoi campi volo di Roma, Lucca e di Caravaggio, offre una formazione completa per l’utilizzo dei droni in tutti i suoi ambiti di applicazione, sia a livello hobbistico sia a livello professionale, grazie ad una squadra composta da istruttori qualificati presenti su tutto il territorio nazionale. Un’azienda che investe sulla formazione, sta investendo sul futuro.

Su quali, tra le tante applicazioni citate, vi state concentrando maggiormente?
L’ingresso di Ecogeo ci ha portato a focalizzare meglio i nostri obiettivi: vogliamo esplorare al massimo le potenzialità di questi mezzi e metterci al servizio del territorio. Tra le applicazioni più interessanti su cui ci siamo concentrati da questo punto di vista, c’è ad esempio il monitoraggio dei corsi d’acqua e delle riserve naturali, per il quale sono in corso trattative di convenzione con diversi enti locali e associazioni, e quello di edifici di inestimabile valore artistico e culturale.

Fabrizio Sinopoli
, coordinatore della scuola, Luigi Contin, pilota ed istruttutore e Mirko Madaschi, pilota e tecnico specializzato all’elaborazione dei dati con software specifici rispondono alle nostre domande su iter formativo dei piloti, normative nazionali e internazionali, requisiti di accesso ai corsi e tecnologia dei droni.
Dall’inizio dell’anno è diventato molto complesso gestire la scuola, a causa dell’entrata in vigore di nuovi regolamenti europei. ENAC ha dovuto aggiornarsi a questa nuova regolamentazione EASA, implementando i programmi dei nuovi corsi. Ad oggi per pilotare un drone è necessario un attestato. Un attestato A1-A3 consente di volare in aperta campagna (o in città ma solo con droni “leggeri”) e viene conseguito interamente online. Qualora lo studente non riesca a conseguirlo autonomamente con i quattro tentativi a disposizione, offriamo un corso di due ore che copre tutti gli argomenti principali richiesti nell’esame. Siamo stati inoltre tra le prime scuole a mettere a disposizione il corso per l’attestato A2, che consente di avvicinarsi maggiormente anche alle aree abitate, ma per il quale è fortemente raccomandata anche una parte di formazione pratica, per questioni di sicurezza. Ci stiamo strutturando per il corso Specific, che permette di operare in situazioni critiche, in presenza di persone, e abbiamo richiesto l’autorizzazione per erogare il corso SORA, dedicato alla valutazione dei rischi. Questi percorsi altamente specializzati sono il futuro di scuole come la nostra, in quanto i corsi di livello inferiore sono destinati ad essere sempre più condotti online, mentre, pensando anche agli sviluppi futuri dell’attività dei droni, non possiamo permetterci di avere personale che non sia altamente specializzato.

Come si differenziano le varie tipologie di droni?
Non tutti i droni, naturalmente, sono funzionali per tutti gli scopi. A tal proposito la ReD Tech ha creato una sezione e-commerce sul proprio sito (www.red-tech.it) per aiutare nella scelta più adatta alle esigenze dei nostri futuri piloti e di chiunque voglia acquistare un drone o un accessorio specifico con la possibilità di abbinare alcune ore di formazione pratica. Una prima possibile differenziazione dei diversi modelli di droni, oltre che sul peso, viene fatta sulla qualità e sulla sofisticazione dei sensori e dei sistemi fotografici. Ad esempio, esistono già camere multispettrali che rilevano nelle singole piante la presenza di idrogeno e concime, consentendo così all’agricoltore di risparmiare risorse nell’ottica di una azienda ecosostenibile, intervenendo in modo mirato solo sulle colture che ne hanno bisogno.

Riprendiamo un concetto citato dalla dott.ssa Leoni, ossia di un’attività al servizio del territorio: una delle vostre attività più apprezzate è sicuramente il supporto e la formazione degli operatori delle forze dell’ordine.
Siamo fieri di poter dire che siamo stati una delle prime scuole italiane a formare piloti di droni appartenenti alle forze dell’ordine, dalla polizia ai carabinieri, riscontrando un sempre più forte e motivato interesse verso queste nuove tecnologie. Attualmente stiamo formando i primi dodici agenti della Polizia Roma Capitale. La collaborazione con le forze dell’ordine è uno dei nostri fiori all’occhiello, e con questo torno a ribadire anche l’importanza della formazione: l’utilizzo di droni è sicuramente una possibilità concreta di impiego e carriera nel futuro, e per questo auspichiamo di attivare delle collaborazioni con enti di formazione regionali, associazioni di categoria, ordini professionali e istituti tecnici superiori per orientare anche gli studenti verso questo settore innovativo.

Altri progetti per il futuro?
Non posso dire molto sull’argomento, ma stiamo vagliando alcune interessanti possibilità di sperimentazione per quanto riguarda il volo non a vista (BVLOS), di cui abbiamo già studiato le linee guida dettate dall’EASA (agenzia per la sicurezza del volo europea, al quale ENAC fa riferimento, ndr). Arianna Mossali


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