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Territorio

ZINGONIA

Nuova inchiesta del nostro mensile sul degrado della cittadina della bassa

marzo 2016

Ad un anno di distanza dalla prima inchiesta sulla difficile realtà di Zingonia, il nostro mensile è tornato nella cittadina della Bassa Bergamasca per fare il punto della situazione. Le famigerate torri sono ancora al loro posto, così come le sentinelle dello spaccio che stazionano nei dintorni, ma il progetto di riqualificazione, che prevede l’acquisizione dei sei palazzi Athena e Anna e la loro successiva demolizione, potrebbe entrare nel vivo entro quest’anno. Con l’accordo di programma, infatti, Regione Lombardia aveva finanziato l’operazione con 5 milioni di euro, assegnando all’Aler il compito di acquistare appartamenti e negozi delle torri e trovare soluzioni alternative per gli inquilini. Una volta terminato l’iter, irto di “stop&go” non solo per ragioni burocratiche, al posto delle torri potranno dunque essere realizzati due complessi di tre piani fuori terra ciascuno con un’altezza massima di 15,5 metri e in cui non si potranno ricavare abitazioni, ma solo spazi commerciali o di servizio (per un massimo di 20 mila metri quadri). Ma facciamo un passo indietro. Il paese della Bassa Bergamasca è nato dall’idea dell’imprenditore Renzo Zingone, che si ispirava a un modello europeo con lo scopo di coniugare residenza e lavoro ai tempi del boom economico. Oggi oltre che un sogno fallito, Zingonia è un’area frammentata sotto il controllo di cinque comuni della Bassa Bergamasca: Osio Sotto, Boltiere, Verdello, Verdellino e Ciserano. La riqualificazione dell’area prevede, come primo atto, proprio la demolizione delle torri e dei suoi 208 appartamenti: contro il progetto pendono però due ricorsi al Tar, che rischiano di rallentare o addirittura di annullare tutto quanto è stato fatto finora.
Enea Bagini, primo cittadino di Ciserano, eletto nella lista civica di centrosinistra “Solidarietà e progresso per Ciserano” da tempo si batte per ridare al paese un volto dignitoso. Svolgere il ruolo di sindaco in una realtà tanto difficile (etichettata talvolta come la “Scampia del Nord”) non è affatto impresa semplice: Bagini, suo malgrado, deve infatti indossare i panni di amministratore condominiale delle torri, seguendo personalmente i casi più difficili e cercando di agevolare il trasferimento degli attuali residenti verso soluzioni abitative più consone alla dignità umana. Ed è proprio lui, dopo averci acccolto nel suo ufficio all’interno della sede dell’ente comunale di piazza Giovanni XXIII, a raccontarci i particolari dell’annosa questione. (Leggi l'intervista sul numero di marzo - in edicola da giovedì 31)

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