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MEDICINA

Lorini: «Solo dai grandi maestri si può imparare e dare il meglio»

dicembre 2019

Luca Lorini, direttore del dipartimento di Emergenza, urgenza e area critica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ci ha raccontato dell’importante lavoro che svolge e della sfida quotidiana per aiutare e salvare i suoi pazienti.
Come mai ha deciso di intraprendere la carriera di medico?
La scelta è maturata nel corso degli studi superiori. Ma da poco ho scoperto che questa passione viene da molto prima. Fin dalle elementari. Mia mamma, che ha conservato tutti i miei quaderni di scuola, il giorno del mio cinquantesimo compleanno ha letto un mio tema dal titolo: «Cosa vorresti fare da grande». Con mia sorpresa, ho scoperto che fin da bambino avrei voluto fare «il medico per i poveri». Evidentemente avevo già allora le idee ben chiare.
Perché ha scelto proprio la carriera di anestesista?
Al terzo anno di medicina, quando studiavo a Pavia, venni selezionato per un tirocinio  in cardiologia. Era una grande opportunità. Tutti i miei colleghi studenti aspiravano ad accedere a questa specialità. L’accesso era limitato. Ma si trattava di una tra le discipline mediche più promettenti. Un giorno fui chiamato per portare in rianimazione un paziente in gravi condizioni che aveva subìto un infarto miocardico. Lo consegnai al medico rianimatore, chiedendo di  poter seguire l’evoluzione del paziente. Il giorno seguente rimasi davvero impressionato. Quest’uomo era tornato in buone condizioni di salute. L’avevo lasciato quasi morente e lo ritrovai sano e salvo. Fu quello il giorno in cui presi la decisione. Volevo fare l’anestesista. Mettere a frutto la mia conoscenza medica per salvare al vita alle persone. Lavorando in quelle condizioni che a volte separano, in misura impercettibile, la vita e la morte. E che costringono spesso altri medici ad arrendersi. (Leggi l'intervista completa nel numero di dicembre)

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