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Personaggi

IL PERSONAGGIO

Frassi: «Combatto la pedofilia in nome di Renato Zero»

luglio 2018

«Nessun dolore è per sempre».
Ci ha impiegato vent’anni - di lacrime, tormenti, battaglie, guardando in faccia l’orrore - per coniare questo slogan. Vent’anni, per scoprire che «C’è tanta vita, dopo l’abuso. Lo dico a chiunque varchi la soglia della nostra associazione: entrano, portandosi sulle spalle uno zaino carico di disperazione. Ti dicono che no, non riuscirai mai ad aiutarli: la ferita è troppo profonda e quell’orco li ha privati per sempre del sorriso. Poi, poco a poco - seguendo un percorso terapeutico e partecipando ai nostri gruppi di ascolto - qualcosa cambia: capiscono che è arrivato il momento di assolversi per una colpa che non hanno. Che il passato, ahinoi, non lo possiamo cambiare: è andata così. E il solo strumento in loro possesso per rendere giustizia a quel bambino è regalargli un presente sereno. Bisogna decidere di rinascere. Permettere al bene di vincere, seppellendo, una volta per tutte, quel demonio. Il male - ve lo garantisco - non riesce mai a vincere».
Massimiliano Frassi è la versione moderna di un super eroe. O, almeno, lo è per me. Seguo e ammiro la sua encomiabile battaglia contro la pedofilia da tempo immemore: dagli anni in cui - di fronte alla totale censura delle testate locali - Prometeo trovava appoggio soltanto nel defunto “Giornale di Bergamo” che riportò - senza omertà - il caso delle suore di Cazzano Sant’Andrea (assolte, ma intorno al quale ancora aleggiano dubbi e ombre); o che, il giorno di Santa Lucia, dedicò uno speciale alle letterine dei piccini abusati.
Ha lottato contro i mulini a vento: ebbe persino l’ardire di chiedere a un alto prelato orobico di ricevere le piccole vittime di un catechista della Val Cavallina (giudicato colpevole). Una richiesta che non solo sfociò in un nulla di fatto, ma addirittura si è tradotta un “silenzio stampa” che dura da allora. «Ci tacciano di essere anticlericali: eppure, ciò che urlavamo a gran voce negli anni Novanta - sentendoci dei pirati - non è né più né meno di ciò che oggi dice Papa Francesco».
Quasi ogni mattina - quando non è nelle carceri, o in giro per le scuole di tutta Italia a tenere conferenze per sensibilizzare gli alunni delle elementari e i loro genitori - dalla sede di Gorle di Prometeo transitano persone che sanno bene cosa sia l’inferno e cosa significhi convivere con un dolore che inghiotte ogni spiraglio di luce. Si siedono e vomitano tutto quel nero in faccia a Massimiliano, che li prende per mano per riportarli a galla, accogliendo quel bambino violato e riattaccando i cocci di quell’adulto ridotto in frantumi. «Esco dai colloqui prosciugato. Hai presente i “Dissennatori” di Harry Potter? Ecco: funziona così. Ti senti risucchiare l’anima. Come faccio a sopportarlo? Mi focalizzo sul risultato. So che, prima o poi, su quei volti ricomparirà un accenno di sorriso». Rossella Martinelli
(Leggi l'intervista completa nel numero di luglio/agosto - in edicola da venerdì 6 luglio)

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