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CON BISLAPIS® MARMI REMUZZI GUARDA AL FUTURO

novembre 2017

Per Camillo Remuzzi, che ci ha accolto nell’azienda che guida con i fratelli Claudio, Angelo ed Ezio, la lavorazione del marmo non ha segreti. Un materiale che fa parte del dna di questa realtà storica bergamasca, fondata nel 1907, lo stesso anno dell’Atalanta e del gruppo Agnelli, altri due simboli dell’eccellenza orobica a livello internazionale. La famiglia Remuzzi ha sviluppato una continuità storica che parte dalle grandi opere del Rinascimento, del Barocco, del Neoclassico, del Moderno e giunge alle realizzazioni dell’architettura, dell’ingegneria e dell’arte contemporanea, conservando un patrimonio tecnico e culturale specifico e mantenendo la capacità di sentire la pietra, di conoscerla e di lavorarla ad arte. L’abitudine a collaborare con i progettisti è ancestrale e trova prova tangibile nel Centro Piacentiniano di Bergamo: buona parte delle opere in marmo di questo progetto che ha cambiato indelebilmente il volto della nostra città sono uscite proprio dalla Marmi Remuzzi. Una storia gloriosa e ricca di soddisfazioni, così come di impegno e dedizione al lavoro, applicata giorno dopo giorno senza alcuna velleità di sedersi sugli allori del passato. Oggi, la quarta generazione al timone di questa realtà simbolo dell’artigianato industriale, in virtù dell’esperienza maturata, offre al mercato un nuovo procedimento di fabbricazione di alta qualità, denominato Bislapis®: l’unione delle parole latine “Bis” (doppia) e “Lapis” (pietra), letteralmente doppia pietra.
«Grazie alla nostra esperienza di marmisti e alla volontà di puntare sulla ricerca e sull’innovazione, siamo riusciti ad ottenere un procedimento di fabbricazione che permette di unire pietre naturali di limitata resistenza, anche con caratteristiche fisico-meccaniche e cromatiche diverse», spiega Camillo Remuzzi. «Questa tecnologia consente di ridurre lo spessore della doppia lastra sino a soli 12 mm e ottenere un materiale composito più resistente e con un peso sensibilmente ridotto rispetto a quelli normalmente in uso».
Le proprietà del nuovo materiale composito sono nettamente superiori rispetto ai materiali attualmente impiegati negli stessi ambiti: questo dà la possibilità a progettisti e arredatori di costruire strutture non più monolitiche, ma fatte di pezzi facilmente componibili e trasportabili.
Tra i prodotti realizzati con l’innovativo procedimento spiccano - oltre a quelli realizzati internamente - quelli frutto della collaborazione con designer di fama internazionale: dalla libreria Sami System al tavolo Elia di Enrico Baleri, fino alla collezione disegnata da Marcello Morandini che comprende tavolo, portaoggetti, mensola appendiabiti e appendiabiti singolo. La collezione Slim Stone, creata da Pio e Tito Toso, è invece composta da lampada, tavolo, coffee table e specchiere.
«è da un paio d’anni che stiamo lavorando a questo progetto, nato parallelamente all’incarico di realizzare prototipi per i gioielli. La nostra azienda ha lunghi trascorsi con il mondo dell’edilizia e dei luoghi di culto, ma nel mercato odierno è necessario trovare nuovi sbocchi: per questo motivo la nostra strategia aziendale ha puntato sia sulla ricerca di mercato che su quella di prodotto. Da un lato abbiamo aumentato la quota dell’export, dall’altro abbiamo sviluppato nuovi contatti con i designer e dato vita a una nuova tecnologia che ci permette di puntare in maniera ancora più decisa sul settore dell’arredamento e del design».
L’esiguo spessore e la resistenza rendono infatti Bislapis® perfetto per lavorazioni e realizzazioni di alta qualità, con innumerevoli ambiti di utilizzo, dal design al contract.
Uno dei prodotti realizzati internamente da Remuzzi, che Camillo ci mostra (e di cui è visibimente fiero) mentre ci fa da guida all’interno del laboratorio, è la vasca in Bislapis® (209x209x66 centimetri): ottenuta riducendo al massimo l’impiego di materia prima, la vasca costituisce un prodotto unico nel suo genere, essendo composta da “spicchi” a doppio strato che convergono verso una base centrale.
All’interno è in marmo fior di pesco carnico, mentre l’esterno è di marmo arabescato orobico. Tutte queste realizzazioni rappresentano la testimonianza più concreta della capacità di trasformare la materia prima in veri e propri oggetti d’arte, miracolo quotidiano reso possibile dalla perfetta simbiosi tra tradizione, esperienza e visione del futuro.
Marmi Remuzzi è infatti un’azienda storica, un’eccellenza dell’artigianato industriale a livello nazionale, ma che ha sempre coltivato l’innovazione all’interno dei propri laboratori, contando sia sull’esperienza e sul “saper fare” delle persone, sia sul’apporto tecnologico fornito da macchinari di ultima generazione e a controllo numerico.
«Non siamo rimasti fermi ai metodi tradizionali, ma abbiamo sempre puntato ad avere macchine che ci consentissero di fare un passo in avanti, creando prodotti diversi con sistemi innovativi». Bislapis® è stata protagonista dell’ultima edizione di Marmomac, la fiera mondiale per l’industria del settore tenutasi a Verona dal 27 al 30 settembre scorso, dove ha letteralmente conquistato il pubblico, affascinato dalla collezione realizzata con questa innovativa tecnologia brevettata dall’azienda bergamasca.
Nell’ambito della stessa manifestazione, l’azienda orobica ha partecipato alla mostra “Territorio & Design” allestita all’interno di The Italian Stone Theatre, un intero padiglione in cui sono state esibite tecnologie e sperimentazioni litiche rigorosamente italiane: nell’occasione ha esposto gli oggetti della collezione Slim Stone firmati dai fratelli Toso.
Marmi Remuzzi ha voluto così esaltare il senso di leggerezza e di eleganza che la tecnologia del Bislapis® permette di esprimere utilizzando il marmo arabescato orobico, caratterizzato da una grande varietà di tonalità e di disegno delle venature. Ma non è tutto: il salone dei materiali lapidei di Verona ha ospitato anche quest’anno un Ristorante d’autore nel cui allestimento il marmo e la pietra vengono valorizzati al meglio, e anche quest’anno l’ingresso del ristorante è stato realizzato da Marmi Remuzzi, a cura di ADI delegazione Veneto Trentino Alto Adige. Alessandro Belotti


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