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SOLARFAST, una delle prime aziende in lombardia ad occuparsi di fotovoltaico

gennaio 2024

SolarFast è stata una delle prime aziende  in Lombardia a specializzarsi nella progettazione e commercializzazione di impianti fotovoltaici. Aperta nel 2007, nel corso degli anni è cresciuta sempre di più riuscendo a conquistare anche una fetta di mercato brasiliano. Ovviamente, non sono mancate sfide e difficoltà che, però, hanno permesso all’azienda di continuare a mutare e trovare nuove soluzioni. Il founder Alessandro Petrò e il co-founder Nicola Scandella, entrambi con esperienza ventennale nel settore dell’energia elettrica e del gas, hanno deciso nel 2007 di concentrarsi su un settore specifico dell’energia, quella proveniente dal Sole.
SolarFast esiste dal 2007. Quali sono i traguardi più grandi raggiunti fino ad oggi e quali, invece, sono quelli auspicati per il prossimi anni?
I primi grandi traguardi li abbiamo raggiunti nel periodo in cui sono stati disposti gli incentivi statali del 2005 per promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici. (ndr. dls 28 luglio 2005). Si tratta di un periodo compreso tra il 2005 e il 2012. In quel momento SolarFast oltre ad essere nata ha realizzato parecchi impianti fotovoltaici per clienti industriali. Avevamo un fatturato di circa 18 milioni. Si trattava di un mercato nuovo, abbiamo deciso di buttarci in questo settore perché avevamo le competenze per farlo, avevamo un progettista che si occupava già di impianti fotovoltaici, Bertola Ivano, una base già solida di clienti industriali e abbiamo visto aprirsi una fetta di mercato.
Il secondo traguardo è stato sopravvivere dopo il 2012, ovvero, il periodo in cui il fotovoltaico non era più incentivato dallo stato. In quel momento il mercato che produceva energia di questo tipo a livello industriale si era completamente spento. Il nostro grande traguardo, in questo caso, è stato quello di occuparci della manutenzione degli impianti già esistenti. Molte aziende avevano chiuso e, quindi, noi abbiamo deciso di raccogliere tutto quello che riguarda il mantenimento di un impianto. Oggi il mercato è esploso nuovamente, oserei dire, anche in misura maggiore rispetto al periodo degli incentivi statali a causa del costo attuale dell’energia.
Non possiamo sapere quali saranno i traguardi dei prossimi anni, nel settore dell’energia quello che è certo oggi può non esserlo domani.
Il vostro è un mercato nazionale?
Il nostro mercato è prevalentemente nazionale, ma dal 2015 la SolarFast ha creato la SolarFast du Brasil, una filiale consociata dell’azienda che opera principalmente nel nord-est, nel Seara, e nel centro del paese.
Quali sono i pro e i contro degli impianti fotovoltaici?
I pro sono sicuramente più dei contro. I pro sono una parziale indipendenza dal mercato energetico e l’aspetto un po’ bistrattato, ma comunque vero, ovvero, l’ecologia e il risparmio di CO2. Il contro è, oggi in Italia, un po’ di burocrazia per chiunque voglia realizzare un impianto fotovoltaico anche se è da molto tempo che l’iter è stato semplificato. In secondo luogo i gestori della rete elettrica mettono molti paletti sulla gestione.
Come descriveste in tre parole il vostro lavoro?
Parlerei di tre fasi: trovare soluzioni di gestione dell’energia, costruzione e gestione vera e propria.
Quali sono state le maggiori difficoltà riscontate finora?
Sicuramente la parte burocratica. Prima erano più semplici alcuni aspetti e più complessi altri. Oggi la situazione si è invertita. È più facile la parte autorizzativa e più difficile la parte di allacciamento alla rete. Un’altra difficolta è stata, in alcuni periodi, il reperimento dei materiali. Oggi questa componente si sta sistemando.
Nel 2022, a seguito di una campagna elettorale piuttosto agguerrita sui temi di sostenibilità, in seguito anche ai tagli del gas dovuto al conflitto russo-ucraino, quanto è importante oggi la presenza di impianti fotovoltaici?
L’energia elettrica è ad un prezzo elevato e, oserei dire, non tanto per un problema legato al gas e alla guerra che sono situazioni temporanee, ma, perché a fine del 2020 a livello europeo è stata fatta una manovra che doveva essere fatta, ma non nel modo in cui è stata effettuata. É stato stabilito il taglio della Co2 del 50%. A ottobre del 2020 il prezzo dell’energia ha iniziato a salire. Da 45 il prezzo dell’energia è andato a 80-90. Tagliare la Co2 del 50% in un giorno - manovra che dovresti fare nel corso di una generazione - vuol dire far crescere i titoli di CO2 e far aumentare i prezzi. Se si produce energia elettrica, ma non si può immettere Co2 compro titoli a 50 e quindi vendo a 100. Questa è matematica. Non si può tornare indietro.
Secondo l’ultimo report ENEA (energia nucleare e energie alternative) nel 2021 grazie al bonus 110% in Italia sono stati istallati 93mila impianti fotovoltaici. Ad oggi grazie al rapporto GSE 2021, sappiamo che in Italia a fine 2021 c’erano 1.016.000 impianti fotovoltaici. Se tutte le case disponessero di questo tipo di impianto, sarebbe possibile auto-sostenere il paese a livello energetico?
No, trovo che la legge bonus 110% sia stata l’ennesima “drogatura” al mercato. Il recupero fiscale va bene, ma il bonus prevedeva un tetto massimo di costo al Kw per l’impianto di 2500 euro/Kw, il mercato si è livellato su queste cifre. Non sono favorevole a questo sistema incentivante, ha creato una grande disparità tra chi poteva permettersi l’impianto e chi no.
Nel 2020 l’Italia figurava al secondo posto della classifica dei paesi che adottavano maggiormente l’energia solare. Nel 2021, invece, i dati ci mostrano che il nostro paese è slittato in sesta posizione.
Questo è dovuto, sempre secondo il rapporto GSE, ad una diminuzione della radiazione solare al suolo cumulata nel 2021 rispetto al 2020. Esiste un modo per far fronte a questo problema?
Ci sono anni in cui l’irraggiamento è eccellente e questo è il primo passo per produrre energia. In Italia si stanno costruendo tantissimi impianti, quindi, ho motivo di credere che nei prossimi anni riconquisteremo posizioni nella classifica.
La Lombardia è la regione italiana in cui l’energia solare è più sfruttata (15,8% dell’energia prodotta viene dal Sole). A chiudere la classifica, invece, abbiamo il Molise in cui solo lo 0,5% dell’energia proviene dal Sole. Si può notare che nelle regioni del sud Italia, che siamo abituati ad immaginare torride e con un Sole cocente, la presenza di pannelli fotovoltaici è nettamente minore. Quali potrebbero essere, secondo voi, le problematiche che impediscono di sfruttare al meglio il Sole di quelle regioni?
È normale. Bisogna sempre far fede alle parole “generazione distribuita”: fare un impianto dove serve. Lo faccio sul tetto di un’impresa perché lo sfrutterà all’80% e questo crea molteplici effetti: non ho consumo del suolo, l’energia prodotta dal pannello viene utilizzata immediatamente, va in autoconsumo e non necessita di trasporto.
Al sud ci sono meno aziende, quindi, installare pannelli fotovoltaici lì non ha senso. La maggior parte dell’energia non verrebbe utilizzata.

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