Imprese
Prometti: «Stiamo crescendo sempre di più: dinamismo e giovani la nostra ricetta vincente»
Giuliana e Mauro Prometti, amministratori dell’omonima azienda di Gorle, produttrice di impianti elettrici, ci parlano della loro Società. Una realtà nata, come tante, in famiglia, e oggi votata alla crescita, al dinamismo e a una visione del futuro in cui in primo piano ci sia la specializzazione dei giovani.
Quali sono le tappe fondamentali della vostra storia aziendale?
La storia è molto semplice, l’azienda nasce nel 1957. La decisione di mettersi in proprio fu presa da nostro padre che, aiutato da nostra madre, in quell’anno aprì un negozio di elettrodomestici, con annessa una piccola officina per impianti elettrici. Nei primi anni ‘70, l’azienda cambia per la prima volta sede trasferendosi in centro Bergamo, dove rimaniamo per circa 20 anni. Successivamente, per esigenze di crescita e dimensione aziendale, ci spostiamo nella zona industriale di Redona, per poi acquistare nel 1997 la nostra attuale sede di Gorle. Il 1996 segna, in modo un po’ traumatico, il cambio generazionale: nostro padre lascia l’azienda improvvisamente per problemi di salute e gli subentra Mauro, che da subito capisce che è necessario “rimboccarsi le maniche”.
Ma sono altre le tappe importanti della G. Prometti: nel 2001 otteniamo la prima certificazione ISO 9001:2000, nel 2010 diventiamo società di capitale e infine, nel 2013, inizia la nostra avventura con l’estero, che continua a regalarci molte soddisfazioni. Ci siamo dotati di una nuova immagine, più adatta a una realtà internazionale. Nel 2015 Giuliana è entrata a far parte del consiglio direttivo del Comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo, esperienza associativa che le ha permesso di ampliare la sua cultura d’impresa.
Ho notato che siete molto attivi in settori molto delicati che richiedono grande attenzione in particolare alla sicurezza, come impianti atex (atmosfera esplosiva) e impianti per l’industria chimica e farmaceutica.
Il fatto di operare in settori di nicchia ci ha permesso di superare senza scossoni sia la crisi economica del 2008-2009, sia quella attuale dovuta al Covid. Gli impianti Atex sono molto diffusi sia nel settore farmaceutico sia in quello chimico, e ovviamente devono essere impianti scrupolosamente collaudati per scongiurare i pericoli derivanti da principi d’incendio e simili. Richiedono una professionalità specifica che noi siamo in grado di offrire.
Impianti atex, ma non solo: nella vostra offerta occupano una posizione di rilievo anche gli impianti di illuminazione a livello privato, industriale e urbano.
In ambito urbano, ad esempio, abbiamo lavorato molto nell’Alta Val Seriana, dove ci siamo occupati del rifacimento degli impianti di illuminazione pubblica alla Presolana. Negli ambienti industriali e negli uffici del personale, invece, l’illuminazione è regolata da indicazioni precise che è necessario tener presente sin dalle prime fasi. Ogni volta che ci avviciniamo a un nuovo progetto, ci caratterizza un approccio globale che passa dalla conoscenza della normativa alla funzionalità di utilizzo, passando per un elemento di fondamentale importanza: l’interconnessione dei vari impianti. Impianti elettrici, antincendio, antifurto, rete dati per connettere computer e device si interfacciano continuamente attraverso elettronica, elettrotecnica e informatica. Questo dialogo costante tra sistemi deve essere supportato in modo adeguato.
La vostra azienda si occupa quindi anche di domotica?
Domotica è un termine molto generico che a nostro avviso non descrive a pieno la vastità di questo campo. Oggi tutti gli impianti possono e spesso devono essere monitorati da remoto, soprattutto a livello industriale. Facciamo un esempio attuale: i vaccini devono essere conservati a temperature molto basse. Per poterlo fare, è necessario avere a disposizione un sistema di monitoraggio che, attraverso strumenti elettronici interconnessi, controlli che i refrigeratori mantengano costantemente la temperatura corretta.
Quale formazione ricevono i vostri tecnici e le vostre maestranze?
La formazione e la crescita sono i punti cardine su cui verte l’intera nostra cultura aziendale. Crediamo che la crescita non sia tanto una questione di età, quanto piuttosto di aggiornamento e conoscenza. Tutto al giorno d’oggi cambia alla velocità della luce; solo pochi anni fa non avremmo mai pensato di essere testimoni di simili progressi tecnologici. E, cosa ancor più importante, in futuro andremo verso una richiesta sempre maggiore di specializzazione delle risorse umane.
Siete un’azienda particolarmente attenta alla sostenibilità ambientale, tanto che avete ottenuto una certificazione specifica al riguardo.
Non producendo merci inquinanti, il nostro impegno a livello di sostenibilità ambientale va soprattutto nella direzione del risparmio energetico. Ad esempio, ci siamo dotati di un apposito impianto fotovoltaico, e stiamo anche sperimentando una vettura elettrica!
Cosa vi contraddistingue dai vostri competitor?
Siamo un’azienda dinamica e costituita prevalentemente da giovani, che a nostro avviso hanno fame di imparare, voglia di fare e di crescere. Siamo consapevoli della necessità di innovare: le aziende che non sentono questa esigenza non saranno in grado di rispondere a quanto il mercato del domani richiederà. Un esempio: noi attualmente stiamo implementando una piattaforma Cloud, permettendo così a clienti e collaboratori di avere a disposizione tutta la documentazione relativa agli impianti, in qualunque momento ed in tempo reale. È un progetto che porta vantaggi concreti e rappresenta un ulteriore passo avanti sulla strada dell’innovazione.
Com’è nato il vostro impegno nell’ambito del sostegno alla ricerca sulla fibrosi cistica?
Siamo sempre stati molto sensibili all’argomento delle malattie genetiche e croniche, specie quelle che colpiscono i bambini. Ho conosciuto Luana Piazzalunga, collega imprenditrice e ora amica, la cui figlia è affetta da questa malattia e ho subito sentito una forte vicinanza alla causa. Così ho aderito al progetto “Together for life - Gli imprenditori bergamaschi danno respiro alla ricerca”, a cui teniamo particolarmente perché, oltre ad essere benefico, è un progetto ben radicato sul territorio. Sono gli imprenditori locali, infatti, a sostenere la ricerca sulla fibrosi cistica e a dare vita a un obiettivo comune.