Economia
Il Forum che ha aperto una prospettiva politica diversa
E' stato un evento riuscito quello del 29 aprile presso l’Università di Bergamo non solo per la qualità degli interventi in una sala piena e attenta per tre ore e mezza di fila, ma perché è stato raggiunto l’obiettivo degli organizzatori: avviare la discussione su come cambiare la rotta del Paese. Il rischio poteva essere quello di dare vita ad un confronto astratto, magari affascinante dal punto di vista teorico ma non declinabile nella realtà oppure quello che ognuno rimanesse nella propria posizione. Nulla di tutto questo. Il Forum delle prospettive economiche, politiche e sociali è stato quel dibattito economico e politico che purtroppo non vediamo nei media.
Angelo Mincuzzi del Sole 24 Ore ha gestito in maniera eccellente gli interventi, animando un confronto sempre vivace ma ordinato. Abbiamo scoperto un giornalista curioso e convinto della necessità del dibattito.
Warren Mosler, economista massimo esperto di sistemi monetari, padre della teoria MMT e maestro della consigliera economica di Bernie Sanders (candidato alle presidenziali americane), ha spiegato i motivi per cui è necessario che nel confronto con le istituzioni europee l’Italia si doti non solo di un buon “Piano A” che prevede un espansione del limite sul deficit pubblico dal 3 all’8% del rapporto deficit/pil (a cui contribuisce anche il recentissimo paper scientifico di W. Mosler e D. Silipo Maximizing Price Stability in a Monetary Economy, già annunciato sul sito del Corriere.it (e presto disponibile in italiano sul sito retemmt.it), ma anche di un “Piano B” su cui poter far leva. In assenza di un Piano B, infatti, l’Italia rischia di fare la fine della Grecia e dover infine subire una posizione di passiva accettazione dei diktat europei. Un piano B è l’unico strumento che consente di rendere evidente che il problema è politico e non tecnico, e che è sempre possibile uscire dalla deflazione, adottando scelte che ripudiano l’austerità. Il piano B illustrato da Warren Mosler si declina in 5 punti, riassunti qui di seguito.
- Lo stato Italiano tassa e spende solo in “nuova lira”.
- Al fine di sostenere il cambio della lira lo stato non effettua alcuna conversione forzosa da euro a Nuova Lira dei depositi di cittadini ed imprese.
- La nuova Banca Centrale Italiana garantisce al 100% i depositi in lire di cittadini ed imprese.
- Lo stato persegue una politica monetaria permanentemente con tassi di interesse a 0%.
- La nuova banca centrale finanza un piano di lavoro di transizione a tempo pieno a chiunque sia in grado e voglia lavorare.
Warren Mosler ha ribadito uno dei passaggi chiave del piano: il Governo non dovrebbe procedere alla conversione forzosa dei depositi dei cittadini da euro in nuova lira. La conversione dovrebbe avvenire gradualmente, a seguito della richiesta dei soggetti che detengono risparmi in euro, prevenendo un eccesso di offerta della nuova valuta ed oscillazioni impreviste del tasso di cambio tra la nuova valuta e l’euro.
Stefano Lucarelli, docente del Dipartimento di Economia dell’Università di Bergamo, ha ripreso uno dei concetti chiave per il rilancio del Paese richiamando il concetto di “Stato architetto del futuro” di Alain Parguez:
La Banca Centrale deve garantire politiche di deficit spending e lo Stato deve riprendere il ruolo di attivatore e guida della crescita del sistema economico nei settori produttivi strategici.
Alfredo D’Attorre, parlamentare di Sinistra Italiana, ha dato merito alla MMT di aver ridato importanza al ruolo della politica economica pubblica come impulso irrinunciabile di uno Stato, e di aver riportato al centro del dibattito la piena occupazione.
In questi anni c’è stata una lotta di classe al contrario: la rendita finanziaria contro i lavoratori. L’euro ha tutelato la guerra della rendita contro il lavoro. Il Piano B è indispensabile.
Inoltre, ha ribadito in più passaggi che le scelte economiche devono essere orientate al lavoro, tutelato dalla Costituzione, e non al reddito garantito, che rischia di rappresentare uno strumento per il mantenimento della deflazione salariale.
Marco Zanni, europarlamentare del M5S, ha ricordato come il pensiero liberista sia insito al progetto europeo, già prima della nascita dell’euro.
Non è solo una questione tecnica, ma anche di deficit democratico nei processi decisionali delle istituzioni europee. Per esempio, l’Eurogruppo si muove senza un sistema normato.
L’intervento di Daniele Basciu, dal titolo esplicativo “Il cigno nero nell’economia non esiste”, ha ruotato intorno al concetto che in economia non esistono eventi imprevedibili. La MMT spiega che si tratta sempre di eventi spiegabili, mossi da dinamiche determinate.
È lo stesso Osservatorio delle Regioni che individua la diminuzione dei deficit della spesa sanitaria delle singole Regioni come causa della diminuzione dell’aspettativa di vita in Italia, per la prima volta in un Paese occidentale da decenni a questa parte.
Paolo Agnelli, noto imprenditore manifatturiero e Presidente di Confimi (associazione di categoria delle piccole medie imprese), è partito dai dati drammatici sulla crisi della piccola media impresa (fallimenti, chiusure, perdita di capacità produttiva) manifestando l’urgenza di azioni proponendo un immediato aumento del deficit, senza aspettare la modifica dei trattati, prendendo atto che l’italia è tra i pochissimi stati a rispettare il vincolo del 3%.
“Prima hanno indebolito le aziende italiane e dopo le hanno comprate”.
“Perché i politici, prima di scegliere la strada dell’austerità, non hanno valutato le conseguenze e non hanno avviato una seria analisi e confronto con altri punti di vista?”
L’intervento di Carlo Clericetti, giornalista della Repubblica, ha toccato un tema di grande attualità nell’ultimo periodo:
Si parla ora di necessità di helicopter money, ma attenzione: i liberisti che ne parlano lo pensano in una versione liberista, in cui lo Stato non avrebbe alcun potere di decidere e progettare gli interventi pubblici e le finalità. Dovrebbe essere gestito dai soli tecnici.
L’ultimo intervento del Forum è stato quello della Prof.ssa Anna Maria Grazia Variato, docente dell’Università di Bergamo e allieva di Minsky, che ha ricordato gli insegnamenti dell’economista eterodosso che già a partire da metà del secolo scorso aveva spiegato la connaturata instabilità del capitalismo moderno.
La Prof.ssa Variato ha concluso il Forum con una riflessione che ha strappato un lunghissimo minuto di applausi:
Lo Stato di Minsky era uno Stato grande, in termini di visione e obiettivi.
Quello che il pensiero mainstream vuole invece offuscare.
Il Forum si conclude, gli organizzatori sono riusciti ad organizzare un confronto così denso e di sostanza. Rete MMT e l’associazione universitaria JEBG, si sono prodigate perché tutti gli aspetti organizzativi fossero sempre sotto controllo e gestiti trasformando l’Università di Bergamo in una vera Agorà Sociale. Ivan Invernizzi